giovedì 31 dicembre 2015

Il coltello



Quando D. mi ha mostrato il coltello Masai ed ha raccontato della sua passione per questi oggetti mi è tornato in mente il frammento di un libro letto qualche anno fa.

Eccolo:
Non so bene perché lo faccio. Scolpire dei pezzi di legno, intendo. Ho cominciato quando ho avuto il mio primo Opinel, verso i dodici o tredici anni.Gli avevo messo gli occhi addosso dal tabaccaio, nel bel mezzo dell’espositore.Un bel numero 8, lama d’acciaio, manico di faggio.Quanto ci ho sognato su, quanto ci penso!E’ buffo, ci sono oggetti che diventano importanti come persone in carne ed ossa...In ogni caso, riguardo all’Opinel, non vedevo nient’altro che quello, col suo bel manico rotondo, la ghiera girevole.
Sapevo benissimo cosa ne avrei fatto, dal punto di vista dell’utilità.
Una testa selvatica di Roger Marie-Sabine  



D. nel suo racconto ha messo in luce la natura rituale di questo oggetto, così come il carattere duplice della sua anima sottile e tagliente,  racchiusa e protetta nel corpo legnoso. 
Si tratta di un oggetto da utilizzare con consapevolezza, forse per questo chi lo riceve sta per compiere un passaggio verso la maturità. 
E prima di consegnarmelo l'ha affilato con cura e poi l'ha richiuso al sicuro dentro al suo fodero.



mercoledì 9 dicembre 2015

Ceci est une pipe


Questa storia inizia con una casa rosa che ora non esiste più, un luogo quasi magico nella campagna veneta, dove B. da bambina trascorreva i suoi lunghi giorni estivi in compagnia della prozia.
E lì dentro, insieme ad altri innumerevoli oggetti da spolverare c'era questa lunga pipa.
Chissà da dove arrivava e a chi era appartenuta.
Semplicemente stava lì, lei la ricorda bene.

Poi il tempo scorre, B. è cresciuta, molte cose sono mutate e questo oggetto dal corpo cavo è tornato a lei, come a permettere all'essenza volatile della memoria di scorrerle attraverso, come a rendere evidente la possibilità di un accesso al nucleo rovente dal quale poter ancora assaporare un'aroma inconfondibile. Indimenticabile.