venerdì 25 aprile 2014

Porta gioie


R. accoglie tra le mani il simbolo della rinascita e della trasformazione, un piccolo ponte la tiene sospesa sopra l'acqua che scorre, quante possibilità si aprono a lei.
Chissà in quale direzione andrà, magari deciderà di sostare ancora in questo luogo dei passaggi.
Ora io viaggio con un porta gioie, che ne contiene un altro più piccolo, di metallo, con sopra inciso un elefante; e come in un gioco di scatole cinesi, uno scrigno si apre sopra un altro scrigno.
Entrambi sono pronti a donare interamente il loro spazio interiore a chi vorrà riempirli con le proprie gioie, di qualsiasi natura esse siano.


sabato 19 aprile 2014

L'uovo


Il piccolo Babar trova spazio tra le braccia di M. e lascia il posto ad una forma perfetta, capace di contenere ed ospitare la vita in divenire.
Un uovo (di struzzo), o meglio il suo involucro calcareo.
Un piccolo foro permette allo sguardo di entrare nell'accogliente spazio privo di spigoli, di adagiarsi ad attendere la schiusa.
Forse di un nuovo progetto, di un nuovo desiderio, di una nuova dimensione dell'esistenza che attende solo di definire la sua forma.
Era stato acquistato da M. molti anni fa ed è il frammento prezioso e fragile di una memoria che tocca un tempo lontano ma permea profondamente il presente.
L'uovo, oggetto simbolico per eccellenza dell'eterno ritorno alla vita, della cosmogonia, del tutto, può ora spostarsi in altre mani che siano pronte ad accogliere i cambiamenti che sono racchiusi dentro al suo guscio.

lunedì 7 aprile 2014

Babar e la pe(n)sante leggerezza dell'elefante


E dalle conchiglie prende forma l'elefante Babar, lui accompagnava F. dal 1989, come testimonia la polaroid che li ritrae insieme.
Sì, la passione di F. per gli elefanti ha una lunga storia, ha iniziato a disegnarli al tempo del liceo e sono stati motivo di riflessione nella sua tesina "la pe(n)sante leggerezza dell'elefante" dove ha affrontato il tema del peso e della leggerezza in modo sottile e profondo.
Babar, come ogni buon elefante è il custode di una memoria preziosa ed ora è pronto a trasferirsi altrove ad accogliere nuove storie, perché come scriveva F. nella sua tesi "bisogna imparare a lasciar andare, trovare in noi le capacità per accogliere la legge del passare, ricordandoci sempre della nostra e non nostra natura. E come disse una bravissima insegnante di danza africana: non dovete sorvolare la terra e nemmeno pestare la terra, ma posarvi su di essa".




martedì 1 aprile 2014

Le 13 conchiglie da viaggio


Dopo essere stati insieme a me diversi mesi i 9 vinili hanno trovato una nuova casa.
Ora tengo tra le mani 13 conchiglie che racchiudono nella loro anima madreperlacea la storia di un lungo viaggio non ancora giunto al termine.
S. era partito qualche anno fa con la sua moto per un viaggio verso nord accompagnato da un sacchetto di piume che le sue oche gli avevano donato prima della partenza.
Per ogni momento di bellezza vissuto, per ogni emozione provata, una piuma veniva liberata, si era ripromesso di terminare il viaggio una volta che l'ultima piuma avesse preso il volo.
Dalla Svizzera era passato alla Germania e poi alla Francia fino a Saint Malò.
Lì, dopo una notte trascorsa in una pensilina dell'autobus sul mare, ha scorto nella sabbia centinaia di conchiglie che rilucevano al sole mattutino ed ha iniziato a raccoglierle, lasciando in cambio una delle sue preziose piume.
Prima di caricare le conchiglie sulla moto si è soffermato a pensare se davvero doveva portarle con sé, sul perché si desidera sempre possedere qualcosa e non ci si accontenta di contemplare, ma ormai le conchiglie erano in viaggio insieme a lui.
Così si è imbarcato per l'Irlanda dove una sera si è reso conto di aver perso l'intero sacchetto con le piume.
Quindi il viaggio era davvero finito.. ma poi ritrovando le conchiglie ha pensato che forse il destino gliele aveva fatte incontrare, per poterle donare o lasciare in nuovi luoghi meravigliosi, emozionanti. Così una dopo l'altra si sono trasferite in posti mai incontrati prima.
Al ritorno a casa S. si è accorto che qualcuna di loro si era nascosta sul fondo della borsa, forse per ritornare insieme a lui o invece per ripartire per lidi ancora da scoprire, tra le mani del nuovo viaggiatore che ora vorrà prenderle con sé e donarle a chi o cosa saprà regalargli un imprevisto moto di meraviglia.

Colonna sonora per la storia: "Mirror" di Supasonic Fuzz