La colonna sonora di questa storia è: Lindbergh di Ivano Fossati
il racconto di un progetto di public art che dall’Aprile del 2009 coinvolge persone, cose, storie, viaggi, ricordi - tutto prende forma da un piccolo mago - un work in progress - tanti oggetti che di volta in volta vengono barattati - un mazzo di carte - tante storie che si intrecciano - persone che si raccontano attraverso un oggetto - un gioco infinito
domenica 24 agosto 2014
Il chiodo
La colonna sonora di questa storia è: Lindbergh di Ivano Fossati
giovedì 21 agosto 2014
La mappa
La cartolina in cerca di una nuova immagine da
fissare sulla sua superficie ha visto differenti luoghi da quando viaggiamo
insieme: la Valle d'Itria in Puglia, alcuni scorci di Roma noti e meno noti, i
massicci delle dolomiti e la diga del Vajont. Ci sono state alcune occasioni
dove avrebbe potuto fermarsi, ma fino ad oggi mi ha seguita. Infine, a pochi
chilometri da casa ha trovato i suoi nuovi custodi. E' curioso, perché con loro
ci siamo inseguiti virtualmente da parecchi mesi, ci siamo scritti, abbiamo
immaginato di incontrarci chissà dove per l'Italia ed alla fine è accaduto che
il loro viaggio li conducesse proprio dalle mie parti; insomma, come sempre gli
incontri avvengono in modo fluido, le strade che percorriamo presentano
numerose deviazioni, a volte ci allontanano, ma in altre occasioni facilitano
gli incontri. A., L. e la piccola G., hanno un progetto: da mesi viaggiano in
lungo e in largo per l’Italia alla ricerca di nuove possibilità di vivere la
dimensione famigliare; il loro viaggio e dettato dal coworking, dal baratto e
da molte altre forme di condivisione che saranno raccontate nel loro
documentario.
Ci siamo incontrati in un piccolo appartamento di
montagna, nel corso di una delle innumerevoli giornate piovose di questa estate
e qui, dopo racconti, tisana, biscotti, lettura dei tarocchi è avvenuto lo
scambio. Prima di consegnarmi la preziosissima mappa dell'Italia che li ha
accompagnati da Catania in poi, evidenziano e ripercorrono nella memoria le vie
e i luoghi finora toccati. Il viaggio è lungo, non è ancora giunto al termine,
ma pensano che ora la mappa passando in altre mani sarà capace di trasformarsi,
di accompagnare e rivelare nuovi percorsi fino ad ora celati.
martedì 5 agosto 2014
Arret sur image
Da qualche tempo il frammento di memoria mi teneva compagnia in modo discreto e poco visibile. Forse una coincidenza mi ha fatta sedere di fianco a S. mentre raccontava di un progetto al quale ha dato vita recentemente. Forse non a caso i nostri progetti in viaggio hanno incrociato le loro strade e scambiato le loro storie. S. offre nuove possibilità di visioni a cartoline che non sono mai state spedite. Così, ne ricopre l'immagine originale con una tinta neutra e stampa sul retro una serie di indicazioni che permettono a chi le tiene tra le mani di trovare un fermo immagine da fissare nella memoria. Di seguito la cartolina può essere spedita a qualcun altro e proseguire il suo viaggio.
S. è partita da Ginevra con una sola cartolina, io sono partita da casa con il frammento di memoria; ci siamo incontrate e conosciute in Puglia tra gli ulivi e la danza.
Lei ora viaggia verso la Sicilia con la storia che le ho consegnato, mentre io sto mostrando alla cartolina un orizzonte mai visto da conoscere; ciascuna vaga con una nuova memoria fissata in un fermo immagine indelebile.
domenica 18 maggio 2014
Frammenti di memoria
L'importanza delle parole, l'importanza di poter raccontare e di trovare chi desideri ascoltare il racconto.
Attraverso le parole le esperienze si spostano nello spazio e nel tempo, resistono, non si dissolvono, restano vive.
Per questo C. ha deciso di consegnare un "frammento di memoria", raccolto insieme ad altri nella sua tesi di laurea. E' il racconto di un pezzo di vita che le è stato consegnato nel corso di un'intervista durata tre ore ad una donna nata nel 1928.
Sua nonna.
E' un viaggio libero dentro lo spazio senza confini della memoria.
Come sottolinea C. il testo può risultare a tratti frammentario, poco lineare e ridondante, poiché si è scelto di riprodurre in modo integrale il racconto orale nel tentativo di preservane l'autenticità.
Così, mentre i due porta gioie concedono il loro spazio interiore a nuove possibilità, le parole leggere, ma pregne di senso, viaggiano verso chi desideri mettersi in ascolto.
La colonna sonora di questa storia è: Le cose semplici di Vinicio Capossela
venerdì 25 aprile 2014
Porta gioie
R. accoglie tra le mani il simbolo della rinascita e della trasformazione, un piccolo ponte la tiene sospesa sopra l'acqua che scorre, quante possibilità si aprono a lei.
Chissà in quale direzione andrà, magari deciderà di sostare ancora in questo luogo dei passaggi.
Ora io viaggio con un porta gioie, che ne contiene un altro più piccolo, di metallo, con sopra inciso un elefante; e come in un gioco di scatole cinesi, uno scrigno si apre sopra un altro scrigno.
Entrambi sono pronti a donare interamente il loro spazio interiore a chi vorrà riempirli con le proprie gioie, di qualsiasi natura esse siano.
sabato 19 aprile 2014
L'uovo
Il piccolo Babar trova spazio tra le braccia di M. e lascia il posto ad una forma perfetta, capace di contenere ed ospitare la vita in divenire.
Un uovo (di struzzo), o meglio il suo involucro calcareo.
Un piccolo foro permette allo sguardo di entrare nell'accogliente spazio privo di spigoli, di adagiarsi ad attendere la schiusa.
Forse di un nuovo progetto, di un nuovo desiderio, di una nuova dimensione dell'esistenza che attende solo di definire la sua forma.
Era stato acquistato da M. molti anni fa ed è il frammento prezioso e fragile di una memoria che tocca un tempo lontano ma permea profondamente il presente.
L'uovo, oggetto simbolico per eccellenza dell'eterno ritorno alla vita, della cosmogonia, del tutto, può ora spostarsi in altre mani che siano pronte ad accogliere i cambiamenti che sono racchiusi dentro al suo guscio.
lunedì 7 aprile 2014
Babar e la pe(n)sante leggerezza dell'elefante
E dalle conchiglie prende forma l'elefante Babar, lui accompagnava F. dal 1989, come testimonia la polaroid che li ritrae insieme.
Sì, la passione di F. per gli elefanti ha una lunga storia, ha iniziato a disegnarli al tempo del liceo e sono stati motivo di riflessione nella sua tesina "la pe(n)sante leggerezza dell'elefante" dove ha affrontato il tema del peso e della leggerezza in modo sottile e profondo.
Babar, come ogni buon elefante è il custode di una memoria preziosa ed ora è pronto a trasferirsi altrove ad accogliere nuove storie, perché come scriveva F. nella sua tesi "bisogna imparare a lasciar andare, trovare in noi le capacità per accogliere la legge del passare, ricordandoci sempre della nostra e non nostra natura. E come disse una bravissima insegnante di danza africana: non dovete sorvolare la terra e nemmeno pestare la terra, ma posarvi su di essa".
martedì 1 aprile 2014
Le 13 conchiglie da viaggio
Dopo essere stati insieme a me diversi mesi i 9 vinili hanno trovato una nuova casa.
Ora tengo tra le mani 13 conchiglie che racchiudono nella loro anima madreperlacea la storia di un lungo viaggio non ancora giunto al termine.
S. era partito qualche anno fa con la sua moto per un viaggio verso nord accompagnato da un sacchetto di piume che le sue oche gli avevano donato prima della partenza.
Per ogni momento di bellezza vissuto, per ogni emozione provata, una piuma veniva liberata, si era ripromesso di terminare il viaggio una volta che l'ultima piuma avesse preso il volo.
Dalla Svizzera era passato alla Germania e poi alla Francia fino a Saint Malò.
Lì, dopo una notte trascorsa in una pensilina dell'autobus sul mare, ha scorto nella sabbia centinaia di conchiglie che rilucevano al sole mattutino ed ha iniziato a raccoglierle, lasciando in cambio una delle sue preziose piume.
Prima di caricare le conchiglie sulla moto si è soffermato a pensare se davvero doveva portarle con sé, sul perché si desidera sempre possedere qualcosa e non ci si accontenta di contemplare, ma ormai le conchiglie erano in viaggio insieme a lui.
Così si è imbarcato per l'Irlanda dove una sera si è reso conto di aver perso l'intero sacchetto con le piume.
Quindi il viaggio era davvero finito.. ma poi ritrovando le conchiglie ha pensato che forse il destino gliele aveva fatte incontrare, per poterle donare o lasciare in nuovi luoghi meravigliosi, emozionanti. Così una dopo l'altra si sono trasferite in posti mai incontrati prima.
Al ritorno a casa S. si è accorto che qualcuna di loro si era nascosta sul fondo della borsa, forse per ritornare insieme a lui o invece per ripartire per lidi ancora da scoprire, tra le mani del nuovo viaggiatore che ora vorrà prenderle con sé e donarle a chi o cosa saprà regalargli un imprevisto moto di meraviglia.
Colonna sonora per la storia: "Mirror" di Supasonic Fuzz
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