il racconto di un progetto di public art che dall’Aprile del 2009 coinvolge persone, cose, storie, viaggi, ricordi - tutto prende forma da un piccolo mago - un work in progress - tanti oggetti che di volta in volta vengono barattati - un mazzo di carte - tante storie che si intrecciano - persone che si raccontano attraverso un oggetto - un gioco infinito
giovedì 7 gennaio 2010
i chiodi battuti a mano
L’incontro per lo scambio avviene in un luogo familiare.
Conosco il mio interlocutore da tutta la vita, è mio padre.
Abbiamo vissuto questo incontro inusuale come un’opportunità per poter dare spazio ad una parte intima che mai avevamo rivelato all’altro.
A. mi consegna dei chiodi battuti a mano di differenti dimensioni, li cerca in una delle sue tante scatolette di metallo, li rovescia sul tavolo, li soppesa e me li consegna. Fanno parte di una collezione iniziata molto tempo fa ed ancora in divenire, ogni chiodo è stato estratto con cura dal luogo in cui era affisso, ha un suo carattere, è una specie di creatura che si racconta attraverso la sua forma contorta ed unica.
C'è qualcosa di poetico in questi piccoli corpi metallici che hanno perso la loro rigidità originaria e si sono concessi di trovare nuove forme dell’essere.
La colonna sonora di questa storia è: And I love her dei Beatles
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